Governo Meloni e magistratura: la bomba di Travaglio che fa tremare le poltrone, ecco cosa ne pensa delle ultime controversie.
Durante la trasmissione In altre parole (La7), Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, ha rilasciato dichiarazioni forti sulla crescente conflittualità tra la politica e la magistratura, in particolare con l’attuale governo Meloni. Secondo Travaglio, non si tratta di uno “scontro”, ma di un attacco unilaterale da parte della politica contro l’operato della magistratura.
Travaglio attacca il governo Meloni
Travaglio ha usato un esempio provocatorio per spiegare la situazione: “Se un vigile mi fa la multa perché sono in divieto di sosta e io lo prendo a mazzate, non c’è uno scontro fra me e il vigile, c’è un vigile che fa il suo mestiere e ci sono io che lo aggredisco”.
In questo caso, ha sottolineato, la magistratura sta semplicemente facendo il suo lavoro, mentre la politica sembra voler ostacolare il corretto svolgimento delle sue funzioni.
La magistratura, per Travaglio, è una categoria pagata dai cittadini per fare giustizia, non per assecondare la politica.
Il riferimento a Berlusconi
Il direttore de Il Fatto Quotidiano ha anche commentato le parole di Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), che ha descritto le pressioni politiche sulla magistratura come una continuazione di quanto accaduto durante il governo Berlusconi.
Travaglio ha ricordato proprio questo aspetto cruciale: “Il naso nelle vite private di vari magistrati i politici l’hanno già messo ai tempi di Berlusconi. Lui non solo definiva i giudici ‘comunisti’, ma li paragonava anche a quelli della Uno Bianca, alle Brigate Rosse, a un cancro da estirpare. Il peggio è alle nostre spalle, per fortuna, perché nulla è paragonabile al ventennio berlusconiano”.
Poi ha continuato: “Questi però sono nel solco, nel senso che, se potessero, farebbero quello che l’altro giorno auspicava Musk, cioè il giudice che non mi dà ragione, lo mando via. Fortunatamente non possono e quindi ricorrono a leggi scritte coi piedi. È un insieme di analfabetismo giuridico e di analfabetismo costituzionale, questi pensano che chi gli dà torto ce l’abbia con loro”.
Il caso Delmastro: le “sparate folli” che infiammano il dibattito
Infine, Travaglio ha commentato le polemiche sollevate dalle dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, che aveva accusato i magistrati di aver creato leggi per “salvare delinquenti di ogni genere”.
Travaglio ha criticato questa visione: “Hanno fatto non so quante decine di leggi per salvare delinquenti di ogni genere, tra abolizione del reato dell’abuso d’ufficio, ridimensionamento del traffico di influenze, condoni fiscali eccetera eccetera. E poi, per nascondere il fatto che fanno scappare i delinquenti, dicono che li vogliono tenere senza respirare nel cellulare dietro il vetro blindato. Ma basterebbe che cancellassero tutte le leggi che hanno fatto loro e quelle che ha fatto Draghi prima di loro e non ci sarebbe bisogno di fare quelle sparate assurde e folli”.